da ” I demoni ” F.Dostoevskij

Stravrogin:…Nell’ Apocalisse l’angelo giura che il tempo non esisterà più.

Kirillov: E’ molto giusto, preciso, esatto. Quando tutto l’uomo raggiungerà la felicità, il tempo non esisterà più, perché non ce ne sarà più bisogno. E’ un idea giustissima.

Stravrogin: Dove lo nasconderanno?

Kirillov: Non lo nasconderanno in nessun posto. Il tempo non è un oggetto, è un idea. Si spegnerà nella mente.

Giurami ora e qui amore eterno

– Giurami ora e qui amore eterno –
disse il cavalier Bizzarro.
Trattenendo il rossore a stento
era in cucina –lei rispose – si –
e ributtò la minestra di farro.

La moglie impiccata
Al trave più alto,
poi la nave trovata,
la fuga,un nuovo salto.

Adesso vivono senza ritorno
In una casetta d’un celeste chiaro;
silenziosi siedono notte e giorno
e si muovono dentro una vita d’acquario.

Lui ha fabbricato frecce e arpioni,
trappole e tagliole,
ma cattura solo ragni e scorpioni
intanto il cuore si fa rosso e duole –

Lei,giammai si allontana
Più di un tiro di sasso,
così scorre vana
la vita ad ogni passo.

Ora. Agitando il pollice,
-davanti agli occhi di attenti ascoltatori –
e poi,via via,gli altri diti della mano :
a) al limitare del bosco sta l’arcobaleno
b) al centro del cuore il pugnale
c) capelli bianchi su un piccolo seno
d) polvere nascosta sotto il divano
e) su ambedue le mani un pugnello di sale
va indovinato tutto ciò a che vale.

E ancora:una biglia,un filo d’argento,
una gazza,una donnola che origlia
una spilla su un manto…

Certo si può piangere…
Si può ridere…
Si può piangere e ridere…
Ma …indovinando…
Si potrebbe vivere.
finestra 2– Giurami ora e qui amore eterno –
disse il cavalier Bizzarro.
Trattenendo il rossore a stento
era in cucina –lei rispose – si –
e ributtò la minestra di farro.

La moglie impiccata
Al trave più alto,
poi la nave trovata,
la fuga,un nuovo salto.

Adesso vivono senza ritorno
In una casetta d’un celeste chiaro;
silenziosi siedono notte e giorno
e si muovono dentro una vita d’acquario.

Lui ha fabbricato frecce e arpioni,
trappole e tagliole,
ma cattura solo ragni e scorpioni
intanto il cuore si fa rosso e duole –

Lei,giammai si allontana
Più di un tiro di sasso,
così scorre vana
la vita ad ogni passo.

Ora. Agitando il pollice,
-davanti agli occhi di attenti ascoltatori –
e poi,via via,gli altri diti della mano :
a) al limitare del bosco sta l’arcobaleno
b) al centro del cuore il pugnale
c) capelli bianchi su un piccolo seno
d) polvere nascosta sotto il divano
e) su ambedue le mani un pugnello di sale
va indovinato tutto ciò a che vale.

E ancora:una biglia,un filo d’argento,
una gazza,una donnola che origlia
una spilla su un manto…

Certo si può piangere…
Si può ridere…
Si può piangere e ridere…
Ma …indovinando…
Si potrebbe vivere.
– Giurami ora e qui amore eterno –
disse il cavalier Bizzarro.
Trattenendo il rossore a stento
era in cucina –lei rispose – si –
e ributtò la minestra di farro.

La moglie impiccata
Al trave più alto,
poi la nave trovata,
la fuga,un nuovo salto.

Adesso vivono senza ritorno
In una casetta d’un celeste chiaro;
silenziosi siedono notte e giorno
e si muovono dentro una vita d’acquario.

Lui ha fabbricato frecce e arpioni,
trappole e tagliole,
ma cattura solo ragni e scorpioni
intanto il cuore si fa rosso e duole –

Lei,giammai si allontana
Più di un tiro di sasso,
così scorre vana
la vita ad ogni passo.

Ora. Agitando il pollice,
-davanti agli occhi di attenti ascoltatori –
e poi,via via,gli altri diti della mano :
a) al limitare del bosco sta l’arcobaleno
b) al centro del cuore il pugnale
c) capelli bianchi su un piccolo seno
d) polvere nascosta sotto il divano
e) su ambedue le mani un pugnello di sale
va indovinato tutto ciò a che vale.

E ancora:una biglia,un filo d’argento,
una gazza,una donnola che origlia
una spilla su un manto…

Certo si può piangere…
Si può ridere…
Si può piangere e ridere…
Ma …indovinando…
Si potrebbe vivere.

Ora che l’oro

Ora che l’oro
Era tratto in salvo
Abbandonarono la nave
-furono fuori con un salto-

Dobloni,scudi,marenghi,
valevano le pene,gli stenti,
e poi gioielli,diamanti,
le tempeste,il tifone,
l’anima sfrangiata
impigliata al pennone
più alto,
il teschio da corsa,
risacche e isole deserte,
gabbiani,prede perse,
i fuori rotta,
i forzieri trovati
in una grotta,
i fuochi nelle notti,
i naufragi,i duelli:
-lei aveva fianchi snelli
e zigomi sporgenti-

Salsedine sulla barba
Sole a picco,
distesi sotto una palma
naufraghi eterni
lontano da Maracaibo-tanto-
e da Vera cruz,
lontani da tutto,l
lontani,lontani,
miglia e miglia
su e giù per i meridiani
fra lo zenith e le stelle
vendendo cara la pelle,
con grucce e stampelle
gambe di legno
di seconda mano –tarlate –,
porte spalancate,
amori funesti
e poi inferriate,
lame acuminate,
orizzonti
gloriosi tramonti.

Rosso di sopra
Blù di sotto
Il cuore rotto
In mille pezzi.

Stanotte
Sono qui a poppa
Nella mia cabina
Di capitano,
e cammino –avanti e indietro –
alla luce di un candeliere
poi mi fermo:
-fra canocchiali e compassi –
una lacrima cade
sulla carta nautica
aperta e
bagna un punto
fra longitudine e latitudine…
segno il punto
che chiamo –solitudine –

Cala il vento
Si afflosciano le vele
Nella bonaccia.
Così sul tavolo
Mi addormento
Fra le mie braccia.

(02)Ora che l’oro
Era tratto in salvo
Abbandonarono la nave
-furono fuori con un salto-

Dobloni,scudi,marenghi,
valevano le pene,gli stenti,
e poi gioielli,diamanti,
le tempeste,il tifone,
l’anima sfrangiata
impigliata al pennone
più alto,
il teschio da corsa,
risacche e isole deserte,
gabbiani,prede perse,
i fuori rotta,
i forzieri trovati
in una grotta,
i fuochi nelle notti,
i naufragi,i duelli:
-lei aveva fianchi snelli
e zigomi sporgenti-

Salsedine sulla barba
Sole a picco,
distesi sotto una palma
naufraghi eterni
lontano da Maracaibo-tanto-
e da Vera cruz,
lontani da tutto,l
lontani,lontani,
miglia e miglia
su e giù per i meridiani
fra lo zenith e le stelle
vendendo cara la pelle,
con grucce e stampelle
gambe di legno
di seconda mano –tarlate –,
porte spalancate,
amori funesti
e poi inferriate,
lame acuminate,
orizzonti
gloriosi tramonti.

Rosso di sopra
Blù di sotto
Il cuore rotto
In mille pezzi.

Stanotte
Sono qui a poppa
Nella mia cabina
Di capitano,
e cammino –avanti e indietro –
alla luce di un candeliere
poi mi fermo:
-fra canocchiali e compassi –
una lacrima cade
sulla carta nautica
aperta e
bagna un punto
fra longitudine e latitudine…
segno il punto
che chiamo –solitudine –

Cala il vento
Si afflosciano le vele
Nella bonaccia.
Così sul tavolo
Mi addormento
Fra le mie braccia.

(02)Ora che l’oro
Era tratto in salvo
Abbandonarono la nave
-furono fuori con un salto-

Dobloni,scudi,marenghi,
valevano le pene,gli stenti,
e poi gioielli,diamanti,
le tempeste,il tifone,
l’anima sfrangiata
impigliata al pennone
più alto,
il teschio da corsa,
risacche e isole deserte,
gabbiani,prede perse,
i fuori rotta,
i forzieri trovati
in una grotta,
i fuochi nelle notti,
i naufragi,i duelli:
-lei aveva fianchi snelli
e zigomi sporgenti-

Salsedine sulla barba
Sole a picco,
distesi sotto una palma
naufraghi eterni
lontano da Maracaibo-tanto-
e da Vera cruz,
lontani da tutto,l
lontani,lontani,
miglia e miglia
su e giù per i meridiani
fra lo zenith e le stelle
vendendo cara la pelle,
con grucce e stampelle
gambe di legno
di seconda mano –tarlate –,
porte spalancate,
amori funesti
e poi inferriate,
lame acuminate,
orizzonti
gloriosi tramonti.

Rosso di sopra
Blù di sotto
Il cuore rotto
In mille pezzi.

Stanotte
Sono qui a poppa
Nella mia cabina
Di capitano,
e cammino –avanti e indietro –
alla luce di un candeliere
poi mi fermo:
-fra canocchiali e compassi –
una lacrima cade
sulla carta nautica
aperta e
bagna un punto
fra longitudine e latitudine…
segno il punto
che chiamo –solitudine –

Cala il vento
Si afflosciano le vele
Nella bonaccia.
Così sul tavolo
Mi addormento
Fra le mie braccia.

(02)

Finirai

Finirai
Con un completo
Liso sgualcito
Un vecchio
Principe di galles
Van Gogh
Affogato
Nel grigio
Dopo aver scoperto
I colori..

Da “il poeta dimenticato “ anni 60 / 70

Durante tutto l’inverno

Durante tutto l'inverno
Durante tutto l'inverno

Durante tutto l’inverno
Non vidi mai nessuno.

Le scale erano tutte bianche
Invase dalla neve
Caduta dal tetto aperto.

Nel bosco davanti la villa
La mattina presto
Cercavo della legna.

Al primo crac neri stormi di corvi
Si alzavano in volo
Nella luce violetta.

Vivevo ormai in una sola stanza
Ai piani superiori
Dormivo sul divano accostato al camino
Vicino la finestra.

Fu in quell’inverno
Che divenni molto vecchio.

dal libro ” Il poeta dimenticato ” ed.Lalli 1977

Durante tutto l'inverno
Durante tutto l'inverno

Durante tutto l’inverno
Non vidi mai nessuno.

Le scale erano tutte bianche
Invase dalla neve
Caduta dal tetto aperto.

Nel bosco davanti la villa
La mattina presto
Cercavo della legna.

Al primo crac neri stormi di corvi
Si alzavano in volo
Nella luce violetta.

Vivevo ormai in una sola stanza
Ai piani superiori
Dormivo sul divano accostato al camino
Vicino la finestra.

Fu in quell’inverno
Che divenni molto vecchio.

dal libro ” Il poeta dimenticato ” ed.Lalli 1977

Durante tutto l'inverno
Durante tutto l'inverno

Durante tutto l’inverno
Non vidi mai nessuno.

Le scale erano tutte bianche
Invase dalla neve
Caduta dal tetto aperto.

Nel bosco davanti la villa
La mattina presto
Cercavo della legna.

Al primo crac neri stormi di corvi
Si alzavano in volo
Nella luce violetta.

Vivevo ormai in una sola stanza
Ai piani superiori
Dormivo sul divano accostato al camino
Vicino la finestra.

Fu in quell’inverno
Che divenni molto vecchio.

dal libro ” Il poeta dimenticato ” ed.Lalli 1977