Ora che l’oro

Ora che l’oro
Era tratto in salvo
Abbandonarono la nave
-furono fuori con un salto-

Dobloni,scudi,marenghi,
valevano le pene,gli stenti,
e poi gioielli,diamanti,
le tempeste,il tifone,
l’anima sfrangiata
impigliata al pennone
più alto,
il teschio da corsa,
risacche e isole deserte,
gabbiani,prede perse,
i fuori rotta,
i forzieri trovati
in una grotta,
i fuochi nelle notti,
i naufragi,i duelli:
-lei aveva fianchi snelli
e zigomi sporgenti-

Salsedine sulla barba
Sole a picco,
distesi sotto una palma
naufraghi eterni
lontano da Maracaibo-tanto-
e da Vera cruz,
lontani da tutto,l
lontani,lontani,
miglia e miglia
su e giù per i meridiani
fra lo zenith e le stelle
vendendo cara la pelle,
con grucce e stampelle
gambe di legno
di seconda mano –tarlate –,
porte spalancate,
amori funesti
e poi inferriate,
lame acuminate,
orizzonti
gloriosi tramonti.

Rosso di sopra
Blù di sotto
Il cuore rotto
In mille pezzi.

Stanotte
Sono qui a poppa
Nella mia cabina
Di capitano,
e cammino –avanti e indietro –
alla luce di un candeliere
poi mi fermo:
-fra canocchiali e compassi –
una lacrima cade
sulla carta nautica
aperta e
bagna un punto
fra longitudine e latitudine…
segno il punto
che chiamo –solitudine –

Cala il vento
Si afflosciano le vele
Nella bonaccia.
Così sul tavolo
Mi addormento
Fra le mie braccia.

(02)Ora che l’oro
Era tratto in salvo
Abbandonarono la nave
-furono fuori con un salto-

Dobloni,scudi,marenghi,
valevano le pene,gli stenti,
e poi gioielli,diamanti,
le tempeste,il tifone,
l’anima sfrangiata
impigliata al pennone
più alto,
il teschio da corsa,
risacche e isole deserte,
gabbiani,prede perse,
i fuori rotta,
i forzieri trovati
in una grotta,
i fuochi nelle notti,
i naufragi,i duelli:
-lei aveva fianchi snelli
e zigomi sporgenti-

Salsedine sulla barba
Sole a picco,
distesi sotto una palma
naufraghi eterni
lontano da Maracaibo-tanto-
e da Vera cruz,
lontani da tutto,l
lontani,lontani,
miglia e miglia
su e giù per i meridiani
fra lo zenith e le stelle
vendendo cara la pelle,
con grucce e stampelle
gambe di legno
di seconda mano –tarlate –,
porte spalancate,
amori funesti
e poi inferriate,
lame acuminate,
orizzonti
gloriosi tramonti.

Rosso di sopra
Blù di sotto
Il cuore rotto
In mille pezzi.

Stanotte
Sono qui a poppa
Nella mia cabina
Di capitano,
e cammino –avanti e indietro –
alla luce di un candeliere
poi mi fermo:
-fra canocchiali e compassi –
una lacrima cade
sulla carta nautica
aperta e
bagna un punto
fra longitudine e latitudine…
segno il punto
che chiamo –solitudine –

Cala il vento
Si afflosciano le vele
Nella bonaccia.
Così sul tavolo
Mi addormento
Fra le mie braccia.

(02)Ora che l’oro
Era tratto in salvo
Abbandonarono la nave
-furono fuori con un salto-

Dobloni,scudi,marenghi,
valevano le pene,gli stenti,
e poi gioielli,diamanti,
le tempeste,il tifone,
l’anima sfrangiata
impigliata al pennone
più alto,
il teschio da corsa,
risacche e isole deserte,
gabbiani,prede perse,
i fuori rotta,
i forzieri trovati
in una grotta,
i fuochi nelle notti,
i naufragi,i duelli:
-lei aveva fianchi snelli
e zigomi sporgenti-

Salsedine sulla barba
Sole a picco,
distesi sotto una palma
naufraghi eterni
lontano da Maracaibo-tanto-
e da Vera cruz,
lontani da tutto,l
lontani,lontani,
miglia e miglia
su e giù per i meridiani
fra lo zenith e le stelle
vendendo cara la pelle,
con grucce e stampelle
gambe di legno
di seconda mano –tarlate –,
porte spalancate,
amori funesti
e poi inferriate,
lame acuminate,
orizzonti
gloriosi tramonti.

Rosso di sopra
Blù di sotto
Il cuore rotto
In mille pezzi.

Stanotte
Sono qui a poppa
Nella mia cabina
Di capitano,
e cammino –avanti e indietro –
alla luce di un candeliere
poi mi fermo:
-fra canocchiali e compassi –
una lacrima cade
sulla carta nautica
aperta e
bagna un punto
fra longitudine e latitudine…
segno il punto
che chiamo –solitudine –

Cala il vento
Si afflosciano le vele
Nella bonaccia.
Così sul tavolo
Mi addormento
Fra le mie braccia.

(02)

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